Il dono più grande: regalare sé stessi.

Cari genitori,

questo è un anno davvero speciale per me: è il mio ultimo anno alla scuola primaria.

Così, ho deciso di regalarvi me stessa/o: me stessa/o a 10/11 anni.

Dentro la sagoma che ho disegnato ci sono i miei pensieri, le mie passioni, i miei desideri. In una parola, ci sono io, in questo momento.

Ogni volta che guarderete questo autoritratto, mi ritroverete. 

E sarò sicuramente diversa da com’ero prima e da come sarò in futuro.”

Non c’è dono più grande che regalare sé stessi. Forse è stato questo il pensiero che ha preso forma dopo la lettura del libro “Un posto silenzioso”, costruito intorno a un tema molto particolare: il silenzio.

Non è il silenzio dell’obbedienza, ma quello della riflessione, dell’impegno, della cura.

In ogni pagina si apre un intenso dialogo tra un bambino e il silenzio: è un racconto di sé oltre il tempo che passa. E, proprio in virtù del tempo che passa, acquista valore.

Allora, ogni bambina e ogni bambino ha regalato il suo autoritratto alla rispettiva famiglia; ha fermato il tempo, offrendo di sé l’immagine più intima e a volte nascosta, in un momento forte di passaggio, consapevoli che il sé stesso di oggi è diverso da quello del passato e del futuro, anche se accoglie quello del passato e sarà accolto da quello del futuro.

Ogni ragazza, ogni ragazzo, ha ricalcato la stessa sagoma: siamo tutti uguali, in effetti. Poi, però, ognuno ha disegnato con la maggior cura possibile l’autoritratto del proprio volto. Per finire, ha riempito la sagoma del corpo con le proprie passioni, le proprie speranze, i propri desideri. L’ha riempita con ciò che ha dentro di sé, ciò che lo costituisce più profondamente.